Tania: un turbinio di creatività.
Presentati:
Mi chiamo Tania Szalay, sono scrittrice, assuefatta lettrice, studiosa, madre, sono un turbinio di creatività, sempre entusiasta dei nuovi progetti, lavoro con sentimento animandomi di fede, volontà e apertura mentale.
Il tuo libro preferito:
Come si fa a sceglierne uno? Impossibile… Bukowski, Dickinson, Ungaretti, Pascal, Merini, Selene Calloni Williams, d’Annunzio, Platone, Eraclito… E ne avrei ancora molti da aggiungere tra i miei preferiti.
Hai scritto un libro? raccontaci un po’ di più:
“Ci siamo viste morire” è un peregrinaggio dal dolore alla felicità che la protagonista compie sotto la guida dello spirito della madre. Il romanzo si può tradurre in un desiderio di pace e quando chiedi, l’universo
risponde. L’oscura sofferenza non può essere eliminata, ma solo inclusa e canalizzata in qualcosa di creativo.
Il tuo mantra in una frase:
“Io sono con Dio e nessuno sta contro di me. Fa tutto parte del mio percorso, mi riprendo le responsabilità, ho fede”.
Cosa fai nella vita?
Medito costantemente in ogni azione che faccio. Trasformo tutte le situazioni in occasioni. Ogni momento è buono per scrivere, studiare, dipingere, ma soprattutto cerco di fare la mamma meglio che posso.
Scrittore o scrittrice, diletto o lavoro?
Il mio obbiettivo è quello di condividere quanto più possibile il mio messaggio di guarigione. Più che un lavoro è una missione, l’universo deciderà che direzione dare a questo romanzo.
Cos’è per te scrivere?
Vado in giro col taccuino in tasca e nei momenti più inaspettati arriva l’ispirazione. Scrivere, per me, significa essere portavoce degli improvvisi messaggi dell’anima. Talvolta essi sono un inno di gioia, più spesso uno sfogo che canalizza l’oscurità nella penna, trasformando emozioni ctonie in arte.
Quanti libri leggi durante l’anno e che genere?
Io amo i romanzi di formazione, le poesie intense, apprezzo anche i saggi, i gialli, le biografie, talvolta sono in vena di fantasy. Diciamo che non sono schizzinosa. Studio filosofia, quindi aggiungo anche i testi della
materia nella lista. Numeri precisi non li so dare, sono molto istintiva, in una settimana potrei divorarne addirittura 3 in sol boccone, poi quella successiva ritrovarmi a scrivere fino a notte fonda dimenticandomi persino di mangiare e quindi ritrovandomi senza tempo per la lettura.
Con che metodo di pubblicazione hai pubblicato la prima volta?
Ho pensato tutto l’inverno se contattare case editrici o autopubblicarmi. Amo sentirmi libera e gestire le attività in prima persona. Tuttavia, per mancanza di esperienza, ho deciso di affidarmi ad una casa editrice.
Tra le diverse offerte ricevute, ho scelto Planet Book della CSA Edizioni, perché si vedeva che apprezzavano sinceramente il contenuto del romanzo e si sono sempre rivelati estremamente gentili e comprensivi.
A chi hai regalato la prima copia del tuo libro?
Ad un lettore molto sensibile e appassionato. Il mio gentilissimo collega Stefano che poi ha accettato di intervistarmi alla prima presentazione del libro, vista anche la sua grande capacità recensiva e la sua esperienza in campo editoriale.
Cos’è per te il tuo primo libro?
È un figlio, una creatura artistica che amo profondamente. Provo estrema gratitudine per gli spiriti che hanno sussurrato nelle mie orecchie, io sono il loro umile portavoce. Questo libro è un regalo per la Grande Madre, l’universo ama l’arte e le emozioni. Mi metto al suo servizio.